mercoledì 5 giugno 2013

Lettera a Giancarlo Dotto!

Mi ero ripromesso di non scrivere più di Lazio, a causa dei molteplici impegni con il lavoro, ma non potevo esimermi dal rispondere al Sig. Giancarlo DOTTO.

"Caro Giancarlo Dotto, mi creda, capisco la sua delusione e mi rendo conto che è un tentativo per tenere alta la sua Romanistità VICENTINA perchè, se non sbaglio, lei è nato a Valdagno (VI).
Sono d'accordo con lei quando afferma che il problema non sta su chi è nato prima (su questo non ci sono assolutamente dubbi, noi 9 gennaio 1900, voi non si sa quando 1927), peraltro oggi sappiamo sicuramente
chi è morto prima, A.S. Roma ??/??/1927-26/05/2013.
Il suo è un disperato tentativo di non far scomparire una società (la Roma) ormai in via di estinzione. L'aver subito per l'ennesima volta lo smacco di una supremazia e questa volta non solo cittadina ma sotto gli occhi di tutta la nazione ed anche oltre le ha, a mio parere, causato una reazione indigeribile.
Credo che non occorra ricordarle che nei 63 anni di storia della Coppa Italia oltre al derby Roma-Lazio del 26/05/2013 solo due volte si sono verificati altri derby: nel 1938 Juventus-Torino (finale andata e ritorno) con vittoria della Juventus e 03/07/1977 finale unica Milan-Inter con vittoria del Milan.
A questo punto, mi sorge spontaneo chiedermi, non è che il signor Dotto si sia pentito della sua Romanistità VICENTINA?
Credo proprio di si, e me lo conferma chiudendo il suo articolo dicendo che se rinasce, rinasce laziale.
La prego, noi tifosi della Lazio non abbiamo bisogno di persone come lei. Se rinasce, rinasca Romanista che le si addice di più sia per caratteristiche che per stile.
Per chiudere questa mia, le voglio comunque ricordare che il 26/05/2013
LE HO ALZATO LA COPPA ITALIA IN FACCIA
La saluto con il massimo del disprezzo.

Lanfranco TROIANI"

lunedì 5 novembre 2012

Tare - «Al derby sarà un’altra squadra» (Corriere dello Sport)

Non si gioca così, non si gioca senza grinta: «Non c’è cattiveria in questa squadra. E’ un gruppo compatto, è composto da bravi ragazzi, da professionisti seri che hanno dimostrato il loro valore sino ad una settimana fa. Ma serve anche cattiveria. Questi schiaffi li meritiamo, le colpe sono di tutti, non si salva nessuno, neppure noi della società. La Lazio è stata troppo brutta per essere vera, è sparita dal campo dopo l’1-0 del Catania, non abbiamo fatto niente di ciò che si doveva. Loro hanno meritato questa grande vittoria». Quattro schiaffi, tutti in punizione. Il diesse Tare non ha risparmiato nessuno, ha messo anche i dirigenti sul banco degli imputati. Una mossa saggia, giusta, fatta per non puntare il dito contro nessuno in particolare. Lotito ha lasciato il Cibali senza parlare, è stato negli spogliatoi e s’è fatto sentire. Dopo ogni partita si reca dalla squadra e da Petkovic, ieri c’era un motivo in più per farlo.
LA REAZIONE - La spiegazione di Tare è precisa, non smette di difendere il gruppo, ma l’ha messo di fronte alle responsabilità: «Dobbiamo tornare a casa e riflettere tutti quanti sulla sconfitta, lunica strada da seguire è questa. Giovedì abbiamo una gara difficilissima in Europa, sarà importante affrontarla al meglio, poi domenica giocheremo il derby. Vedrete un’altra faccia della Lazio, quella vera!». Tare assicura la reazione, la società si farà sentire nuovamente nello spogliatoio. Il diesse non crede al calo fisico, è una questione mentale. La Lazio spesso stacca la spina: «Gli elogi sono stati giusti, ora sono giuste le critiche. Non credo si tratti di un calo fisico, per me è un problema di testa. A Firenze, nel secondo tempo, abbiamo reagito e giocato bene così come è accaduto contro il Torino. A Catania purtroppo abbiamo preso un gol incredibile, mi riferisco al primo, nessuno di noi ha capito comè entrata quella palla. E poi è arrivato il calcio di rigore, ha chiuso la partita, non ci siamo più stati con la testa, non siamo stati in grado di reagire». Non ci sono parole, servono fatti: «E’ difficile dare una spiegazione dopo una sconfitta del genere. Non posso dire da cosa sia dipesa, ma non sarebbe giusto buttare tutto quanto di buono è stato fatto. Questo è un gruppo che va difeso, ma allo stesso tempo vanno cercate le soluzioni. Dobbiamo capire quali sono gli errori commessi, dobbiamo cercare di trovare la strada giusta». Gli impegni multipli non valgono come alibi: «Si gioca tanto, ma questo non vale solo per noi, è così anche per gli altri. Sino all’1-0 abbiamo creato, l’occasione di Rocchi è stata importante, poi abbiamo regalato altri gol. La Lazio è crollata dopo lo svantaggio. C’è tanta rabbia, c’è tanto nervosismo, dobbiamo dormirci sopra». Il derby non ha influito: «Parliamo di giocatori d’esperienza, non è la prima volta che affrontano un derby. Abbiamo una classifica da difendere, è difficile trovare le parole giuste, non c’è niente da giustificare. Questa squadra ha fatto tanto, dobbiamo solo metterci di nuovo con la testa bassa e pedalare, ogni parola sarebbe superflua».
CAVANDA - Tare ha attaccato la squadra su punti precisi senza accusare i singoli reparti: «L’attacco? Rocchi è un grande giocatore, ha fatto la storia della Lazio. Floccari ha grande esperienza, può giocare in qualsiasi squadra, è un problema di gruppo». Il diesse ha difeso Cavanda, autore di una pessima prova: «Cavanda va difeso più di tutti perché uno dei nostri giovani, se sbaglia dobbiamo stargli vicino, ha anche il diritto di fare errori considerando la sua età. In questo momento credo non si salvi nessuno, non è solo colpa di Cavanda o di un giocatore in particolare. E’ colpa di tutti».(d.r.)

Fonte: Lazio.net

Lotito furioso!

Il pesante k.o. rimediato ieri pomeriggio dalla Lazio, contro il Catania, ha fatto perdere le staffe anche al presidente Lotito. Come riportato questa mattina dalla Gazzetta dello Sport infatti, - il presidente Lotito - che è rimasto in silenzio davanti a taccuini e telecamere,  ha parlato, e pure tanto, all'interno degli spogliatoi, rimproverando i giocatori per la figuraccia rimediata. Il tecnico, da parte sua, - sempre sulla Gazzetta dello Sport - ha deciso di fissare la ripresa della preparazione già per questa mattina, nonostante fosse stata ventilata l’ipotesi di concedere un giorno di riposo alla squadra. Da verificare le condizioni di Hernanes, uscito per un problema alla coscia destra.

venerdì 26 ottobre 2012

Pektovic - Conferenza Stampa post gara

ATENE - Il finale porta con sé la beffa. Termina 1-1 l'intenso match tra Panathinaikos e Lazio. Nel primo tempo, la squadra di Petkovic si è dimostrata pimpante, aggressiva, vogliosa di portare a casa il bottino pieno. La ripresa è stata invece all'insegna della sofferenza, con la formazione greca che ha preso via via il pallino del gioco. I biancocelesti si sono dimostrati disordinati nel possesso palla, schiacciati dal pressing crescente degli ateniesi. Il forcing greco è stato poi premiato negli ultimi minuti dell'incontro, con il pareggio raggiunto quando ormai si stava entrando nei minuti di recupero. La squadra capitolina mantiene il primato nel Girone J (grazie al pareggio tra Maribor e Tottenham), ma perde l'occasione di staccare la concorrenza. Serata dolceamara, quindi, per Vladimir Petkovic,  in conferenza stampa dallo Stadio Olimpico "Spyros Louis". 

Una Lazio che ha fatto la partita solo per 25 minuti?
La Lazio non ha giocato solo 25 minuti. Abbiamo avuto il possesso sempre noi, ma non abbiamo avuto la fame per vincere la partita. L'avversario ha fatto qualcosa solo negli ultimi quindici minuti.
L'atteggiamento del secondo tempo è di una squadra troppo leziosa, le fa rabbia questo?
Non dimentichiamo che abbiamo giocato contro il Panathinaikos. Non sono contento di aver preso un solo punto, ma abbiamo dimostrato di poter competere con queste squadre con il minimo sforzo. Ci è mancato il killer instinct per chiudere la partita.
Non è la prima partita che la Lazio gioca peggio nel secondo tempo. Da cosa dipende questo?
Per me dipende più dall'approccio mentale, stava a noi creare di più negli ultimi minuti. Dobbiamo migliorare su questo, dobbiamo essere pronti a fare la differenza con tutti quelli che vanno in campo.
Quando non gira Hernanes, la squadra ne risente in fase offensiva?
Nel primo tempo in diverse occasioni siamo riusciti a creare buone occasioni, sulla fascia destra abbiamo creato superiorità numerica. Con la marcatura a uomo si può soffrire, ma siamo stati troppo "bravi" per vincere la partita.
Come mai Klose è andato in tribuna e non in panchina?
E' stata quasi la stessa di Radu. Klose deve riposare, ha avuto qualche problemino, spero di recuperarlo per domenica. Sul suo stato di salute ci penserà a dare informazioni lo staff medico. Per domenica comunque diciamo che è in dubbio.
Cosa si è fatto Mauri?
Una contrattura al polpaccio. Vediamo se potrà recuperare per domenica, in modo veloce.
Sulla fascia sinistra le maggiori sofferenze. Le è piaciuto come ha giocato Zarate?
No, deve dare di più come tutti. Chi è sceso in campo questa sera deve darmi garanzie per poter ottenere occasioni di scendere in campo. Io cerco di coinvolgere il maggior numero di giocatori nel progetto, aspetto che tutti dimostrino di poter conquistare una posizione.
Questa sera è arrabbiato?
Lo sono sempre quando non si vince, quando le partite vanno come stasera non sono mai contento. Abbiamo messo in difficoltà l'avversario, dovevamo essere più produttivi nel secondo tempo.


Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

domenica 21 ottobre 2012

Petkovic promuove la Lazio: "Non a pieni voti, ma a buoni..."


La Lazio esulta, la Lazio batte il Milan e vola in classifica: la vittoria con i rossoneri porta i biancocelesti a una sola lunghezza dal Napoli, al terzo posto solitario in classifica (in attesa che giochi l'Inter). Klose e compagni hanno confermato i pronostici della vigilia: superiorità netta nel primo tempo, seguita però da un'eccessiva sofferenza nella seconda frazione. Vladimir Petkovic può essere soddisfatto del risultato, un po' meno del calo di concentrazione della ripresa.

Questa la conferenza stampa del tecnico biancoceleste:

Esame di maturità superato?
Non a pieni voti, ma con buoni voti. Negli ultimi minuti abbiamo rinunciato a giocare. Comunque abbiamo subito gol da calcio da fermo, il Milan non ha creato grosse occasioni.
Come si può ovviare al calo atletico della ripresa?
Non era necessario questo calo, anche se siamo un po' stanchi dobbiamo tenere di più la palla. Non si può sempre verticalizzare in avanti, bisogna giocare con più testa.
Come sta Marchetti?
Ha un leggero fastidio muscolare, vediamo in questi giorni, speriamo.
Cosa è successo sul 3-0? Il Napoli è a un solo punto, dove può puntare la Lazio?
Bisogna rimanere con i piedi per terra. Bisogna anche analizzare le cose che vanno meno bene. Dobbiamo migliorare per avere continuità per tutti i 90 minuti, come le grandi squadre. La classifica mi interessa relativamente. Oggi abbiamo dimostrato che possiamo vincere con le grandi. Questa convinzione ci deve aiutare nelle prossime partite.
Nel secondo tempo solo questioni tattiche o un calo atletico? Il cambio Mauri-Cavanda?
Il MIlan ha giocato anche con cinque punte, mi serviva più copertura dietro. Lulic davanti poteva chiudere la fascia e poi ripartire.
Dal punto di vista del gioco la Lazio è la migliore?
Non valuto io questo. Era per me importante non lasciare spazi ai giocatori veloci del Milan. Abbiamo fatto bene per un'ora, peccato per il finale di partita. Dobbiamo crescere ancora per mantenere aggressività e possesso palla.
La Lazio del primo tempo la migliore che vuole vedere?
Ci sono diversi tipi di Lazio. Si può preferire l'una all'altra, ma l'importante è che stasera abbiamo giocato bene, anche se solo per 60 minuti.
La Lazio tira molto da fuori area. E' una scelta voluta o spunto dei singoli?
Certe cose si devono avere come doti dei singoli giocatori. Anche in allenamento si provano queste cose, ma sono loro che decidono se tirare da lontano.


Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

venerdì 19 ottobre 2012

Zarate riparte da se stesso!

Quando nella propria vita serve ripartire, due mani tese possono costituire un buon inizio. Per Mauro Zarate, il primo step da cui far partire il proprio riscatto risiede nelle parole di Petkovic:Sto aspettando che Zarate mi faccia vedere in campo il suo valore e riconquisti la fiducia dei suoi compagni. Il resto sono chiacchiere”. Per l'attaccante argentino, sapere che il mister lo sta “aspettando” deve essere il primo passo per riacquistare fiducia e rimettersi in carreggiata. La voglia di spaccare il mondo subito-prima di adesso va un attimo accantonata: solo un lavoro meticoloso, graduale e soprattutto quotidiano può ripresentare il talento di Haedo nelle migliori condizioni possibili. La seconda mano tesa, sintomo che il numero 10 sembra aver recepito il messaggio, proviene proprio dal diretto interessato: come riporta il Corriere dello Sport, Zarate ha infatti ottenuto dalla società di poter avvalersi di un personal trainer, in modo da intensificare la preparazione atletica. Per riportare Maurito ai livelli straordinari del suo primo anno a Roma, certamente questa notizia non costituisce una garanzia assoluta. Ma può rappresentare un buon passo in avanti. Soprattutto restituisce un dato fondamentale: il “blocco da prestazione” di Zarate trova le sue cause in buona parte nella condizione fisica. Riportando alla mente le prodezze della prima stagione – il gol al derby, le reti alla Juventus e alla Sampdoria in Coppa Italia – salta subito all'occhio come sia stata proprio la predominanza nello scatto e nel dribbling a rendere Zarate l'idolo della Curva Nord. Uno smalto progressivamente perso, tanto a Roma quanto nella parentesi all'Inter. Anche la posizione in campo conta, certamente, dal momento che Maurito ha fatto vedere le cose migliori giocando da prima punta in un attacco a due, in coppia con Goran Pandev. Un giocatore dalle doti indiscusse come l'argentino, tuttavia, è in grado di rendere a dovere anche giocando in posizione più arretrata. Serve però la convinzione nei propri mezzi, l'umiltà di non essere il primo della classe e, appunto, un'ottima condizione atletica. Zarate sembra aver capito che la non convocazione per la gara di Pescara non è stata una bocciatura definitiva. Come non lo sarà quella che, eventualmente, potrebbe arrivare con il Milan, anche se il dubbio verrà svelato solamente al momento della pubblicazione della lista da parte di Petkovic. Tra campionato, Europa League e Coppa Italia, il talento di Haedo ha almeno sedici partite di fronte a sé: il primo traguardo, infatti, sarà per forza di cose la sosta per Natale. Al ritorno in campo, infatti, il nuovo anno coinciderà con l'inizio della sessione invernale del mercato. Dalla Francia (sponda Olympique Marsiglia), ma anche dalla Spagna e dall'Inghilterra rimbalzano voci di interessamento. Lasciare di nuovo la Capitale, però, sarebbe una scommessa troppo grande da perdere. Il cammino non è semplice, di rivali davanti Zarate ne ha molti: Miroslav Klose è intoccabile lì davanti, il suo vice designato è Sergio Floccari. Le carte da giocarsi, però, Maurito ce le ha. Con un personal trainer accanto, ma soprattutto con la voglia di mettersi a lavorare sodo, la strada potrà apparire meno dura.

Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

lunedì 8 ottobre 2012

Ecco le convocazioni di Prandelli - Candreva torna in azzurro.

Convocato! Antonio Candreva è l'unico biancoceleste convocato in Nazionale Italiana. Il ct Prandelli ha diramato le convocazioni, e il centrocampista romano è stato scelto e vestirà nuovamente la maglia azzurra. Niente Marchetti, ma per Candreva la trasferta di Pescara si tinge di azzurro. Di nuovo, finalmente. La Nazionale, come riporta il sito della FIGC, che si radunerà alle 12.30 di domani a Coverciano, arriverà a Yerevan nella serata di mercoledì, con circa 48 ore di anticipo rispetto alla gara con l’Armenia in programma venerdì alle 19 ora italiana. Una scelta, quella di raggiungere l’Armenia già all’antivigilia del match, dettata dalla lunghezza del viaggio (4 ore) che attende la squadra.
 
Questa la lista dei convocati:

Portieri: Buffon (Juventus), De Sanctis (Napoli), Sirigu (Paris St. Germain), Viviano (Fiorentina);
Difensori: Abate (Milan), Balzaretti (Roma), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit St. Pietroburgo), Maggio (Napoli), Ogbonna (Torino), Ranocchia (Inter);
Centrocampisti: Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), Diamanti (Bologna), Giaccherini (Juventus), Marchisio (Juventus), Montolivo (Milan), Pirlo (Juventus), Verratti (Paris St. Germain);
Attaccanti: Balotelli (Manchester City), Destro (Roma), El Shaarawy (Milan), Gilardino (Bologna), Giovinco (Juventus), Osvaldo (Roma).

In casa Candreva, la bottiglia di champagne può essere finalmente tolta dalla ghiacciaia e stappata. La tanto agognata, quanto meritata, chiamata in Nazionale è arrivata. E' lo stesso centrocampista biancoceleste a celebrare questa giornata per lui indimenticabile: "Questa convocazione è un premio al lavoro svolto in comunione con la squadra e lo staff tecnico - sono le parole del numero 87 rilasciate al sito ufficiale biancoceleste -. Ringrazio tutti, compresi i tifosi della Lazio, per il sostegno che mi hanno dato e mi daranno in futuro. Spero di portare in alto i colori azzurri sin dalle prossime gare di qualificazione ai prossimi Mondiali".

Fonte: Luca Capriotti /Lalaziosiamonoi

Hernanes e Klose - Il tandem che fa sognare la Lazio


Klose ed Hernanes la premiata ditta del gol colpisce ancora. E come riporta l’articolo del Corriere dello Sport a cura di Fabrizio Patania, quando fanno i gol in coppia la Lazio vince sempre. È la nona volta che succede, da quando i due giocano insieme. Una costante inaugurata lo scorso anno con Reja e che in questa stagione si è ripresentata contro il Mura (un gol a testa), il Chievo (doppietta di Hernanes e gol di Klose) e poi ieri con il Pescara a parti invertite (gol di Hernanes e doppietta di Klose). Insieme i due hanno già messo a segno 9 gol, più di tutto il Milan e  di tutta la Fiorentina. La serie era cominciata nella passata stagione, nei play off di Europa League con i macedoni del Rabotnicki. E in campionato si erano esaltati: un gol a testa a Cesena nella notte della svolta per Reja, che si era dimesso tre giorni prima. E poi ancora a Firenze e nel derby con la Roma. Quindi a gennaio con l’Atalanta (2-0) all’Olimpico e nella trasferta del Bentegodi con il Chievo (0-3).  Va bene il collettivo e lo spirito di gruppo. Ma per vincere le partite servono i campioni. La Lazio ne ha due che si completano a vicenda. Il profeta è la classe allo stato puro, il panzer è il cecchino per eccellenza. E quando tutti e due fanno bene la Lazio vola.

Fonte: Giuliano Corridori-Lalaziosiamonoi.it